Doppia detersione millenaria - Il papiro di Ebers
Per l'articolo di oggi abbiamo fatto una ricerca partendo da una domanda.
Infatti sebbene tutti sappiamo che la skincare moderna abbia subìto un’enorme spinta ed evoluzione in Corea che è il paese che più ha contribuito allo sviluppo tecnico dei vari prodotti di skincare negli ultimi decenni; ci siamo chiesti:
Ma è mai possibile che nessuno, nei millenni di storia che ha attraversato la razza umana, abbia mai pensato prima alla doppia detersione?
La domanda non è stata posta con l’intenzione infantile di provare che in realtà la skincare non viene dalla Corea.
La Corea ha dato un’impulso così straordinario al mondo della cura della pelle da aver non solo migliorato tecniche e prodotti ma aver anche inspirato centinaia di brand emergenti e anche grandi multinazionali che hanno lanciato nuovi prodotti e linee con formulazioni più moderne per poter “stare al passo” con il nuovo mondo della cura della pelle.
Potremmo dire che l’ingresso nel mercato della skincare Coreana ha segnato uno spartiacque tra il “prima” ed il “dopo”.
La nostra domanda invece nasce con l’intento di nobilitare ancora di più la pratica della skincare.
Infatti trovare testimonianze che provino il fatto che persone vissute centinaia di anni fa dedicassero tempo alla cura della pelle nonostante vivessero in epoche oggettivamente più difficili della nostra (almeno in alcune aree del mondo) darebbe un’importanza ancora maggiore al loro utilizzo.
Poi c’è l’aspetto della banale curiosità: molte persone hanno sentito i racconti dei bagni nel latte d’asina della Regina Cleopatra.
E così è nata la nostra piccola ricerca.
I punti di svolta sono sostanzialmente due, come sempre quando si parla di storia: l’impero Romano, ed un antico papiro Egizio.
Attenzione: le tecniche utilizzate dagli antici Romani e dagli antici Egizi erano ovviamente molto primordiali e soprattutto gli antichi non definivano questi passaggi come “doppia detersione” quindi non avevano eletto questa pratica ad un momento separato dal resto della cura della persona.
Ma, già gli antici Romani, avevano avuto l’idea di utilizzare un prodotto grasso (olii profumati) e, dopo altri passaggi, un prodotto a base di sapone, per rimuovere lo sporco dal corpo e dal viso.
Questa notizia, per noi che facciamo della cura della pelle la nostra vita, ci è sembrata a dir poco sconvolgente!
Il procedimento avveniva prevalentemente alle terme e faceva parte di rituali più lunghi (tra un passaggio e l’altro veniva utilizzato uno strumento chiamato strigile per raschiare via le impurità), a volte vere e proprie cerimonie come quelle funebri descritte da Appiano (Bellum Civile, I, 105-106).
Non sempre c’era il secondo step con il detergente schiumogeno e, anche qualora ci fossero, i “saponi” che venivano utilizzati erano molto primordiali.
Plinio il Vecchio riporta nel Naturalis Historia che i Romani avessero importato dai Galli una forma primitiva di sapone chiamato sapo (si sa che la Francia ha dato un grande apporto al mondo della bellezza e dei profumi, ma chi l’avrebbe mai detto che il loro contributo risalga addirittura all’epoca dei Galli?).
A questo punto la domanda sorge spontanea, ma se già gli antici Romani effettuavano una forma primitiva di doppia detersione, può essere che ci fosse una popolazione ancora più antica che già applicasse questo processo?
La fonte più antica che siamo riusciti a trovare è il Papiro di Ebers che è uno dei testi medici più antici ed è datato attorno al 1500 a.c.
Anche nel Papiro di Ebers non si parla di doppia detersione per come la intendiamo noi, ma queste persone già 3500 anni fa avevano l’idea di sciogliere lo sporco con dell’olio e di utilizzare, dopo vari passaggi, un agente detergente di vario tipo.
Ora sono necessarie due considerazioni.
La prima e più ovvia è riguardante gli ingredienti; i saponi che si utilizzavano al tempo degli antichi Romani (su questi abbiamo più fonti) erano molto primitivi composti principalmente da cenere e argilla, mentre un detergente “moderno” contiene tranquillamente dieci o venti attivi per raggiungere un bilanciamento e una resa che ai tempi erano impensabili.
La seconda considerazione è che oggi la skincare è “democratizzata”: per quanto spesso ci si lamenti dei prezzi dei prodotti - e sempre a ragione: ogni persona percepisce un acquisto sulla base delle sue disponibilità ed in funzione delle sue altre necessità e non è nostra intenzione sindacare su questo - nell’antichità il problema del prezzo non si poneva.
C’era una sorta di divisione al di sopra della quale si aveva accesso a beni e servizi che per le altre persone non erano neanche ipotizzabili.
Non bisogna infatti dimenticare che per quanto le terme fossero gratuite per i cittadini Romani, la società di quel tempo consentiva lo schiavismo nel quale ricadevano non solo le popolazioni che avevano perso una guerra ma anche Romani stessi che non erano in grado di ripagare debiti contratti in precedenza…
Insomma, senza allungare troppo il discorso nello storicizzare non dobbiamo dimenticarci che se la Regina Cleopatra faceva il bagno nel latte d’asina allo stesso tempo migliaia di schiavi non avevano accesso neanche ai beni più essenziali.
Quindi, per quanto sia vero che oggi i prodotti più prestanti siano costosi, spesso il loro prezzo equivale ad una cena al ristorante, mentre un tempo la cura della pelle (almeno per i documenti per ora pervenuti) era riservata davvero a poche persone all'apice della società (che poi sono quelle che hanno lasciato tracce facendo scrivere di se o producendo manostrcitti).
Dopo aver letto queste testimonianze, effettuare la doppia detersione mattina e sera, non potrà non riportare alla mente, anche solo per un secondo, l’antica tradizione millenaria che accompagna questi gesti tramandati da una regina Egiziana attraverso i secoli e popolazioni fino a noi nel nostro bagno, davanti al nostro specchio che ancora compiamo quegli stessi gesti.