Le due facce di una medaglia

Le due facce di una medaglia

Oggi scriviamo per condividere delle riflessioni su un articolo che abbiamo trovato facendo ricerca in ambito skincare.

L’articolo (disponibile al seguente link) fornisce una serie di dati interessanti.

I dati sono stati ottenuti tramite un sondaggio su 1774 persone tra i 14 ed i 22 anni quindi tutte persone giovani.

Le due evidenze più interessanti che sono emerse sono che: il 71% dei partecipanti riferisce di avere a che fare con l’acne e nove persone su dieci confessano che l’acne ha avuto un impatto sul loro benessere psicologico.

Inoltre “Per il 54% dei teenager la risposta a brufoli e imperfezioni è una sola: un'accurata skincare quotidiana”.

L’aricolo termina sottolineando l’importanza dell’accettazione di sé:

In primo luogo ci interessa sottolineare un aspetto: i dati sono dati e come tali vanno presi.

Se le persone intervistate riferiscono di avere una determinata problematica, quello è un dato.

E se una persona sente di avere una problematica suggerirle di “accettarsi” non produrrà grandi cambiamenti; molto probabilmente la persona ha già pensato di “accettarsi” ma o non ci è riuscita o comunque la sua sofferenza è rimasta.

In altre parole sono gli intervistati stessi a riferire che NON accettano la loro condizione e vogliono fare qualcosa di attivo per poterla cambiare (in questo caso, nel 54% dei casi, provano con la skincare - non meglio specificando che prodotti e di quali brand).

Ma il ragionamento che ci interessa condividere è più ampio e travalica il mondo della skincare.

E’ veramente giusto accettare, sempre?

Negli ultimi anni hanno preso molto piede queste scuole di pensiero per cui i problemi, sopratutto personali, non sarebbero problemi se fossero compresi ad accettati.

Ma è proprio così?

Nessuno vuole sostenere che chi ha un problema debba disperarsi e farsi sovrastare, ma tra l’accettazione passiva e la resa totale (intesa come volontà di cambiare una situazione che però non è modificabile e quindi in ultima analisi di finire con una sconfitta che sarebbe stata evitabile accettando in primo luogo la situazione) esiste una sana via di mezzo.

Quasi tutte le grandi conquiste dell’umanità e delle persone nel loro singolo non sono arrivate con “l’accettazione” ma anzi, con un atto di ribellione.

Dalle costituzioni democratiche che, in varie sfumature e in varie modalità sono nel grosso il risultato di ribellioni e rivoluzioni (da quella Francese in giù) ai grandi traguardi personali.

Cristoforo Colombo NON ha accettato che non si potesse andare in Asia passando da ovest, e NON ha accettato che un certo numero di regnanti non volesse finanziare la sua spedizione, ha anzi continuato a lavorare sodo fino a trovare i mezzi necessari a completare la sua iniziativa, con l'esito che conosciamo tutti.

Questo si può vedere molto bene nel mondo dello sport che è letteralmente pieno di esempi di persone che per via di loro caratteristiche fisiche non sarebbero teoricamente le più indicate per una determinata disciplina sportiva e invece hanno vinto e stravinto, proprio per il loro “non accettare” la condizione di partenza (gli esempi sono molti, da Pietro Mennea, grandissimo campione di corsa che ha vinto tutti i record della sua epoca essendo “basso” - era alto 179 cm, mentre Usain Bolt per esempio è alto 195 cm, a Valentino Rossi che invece per la sua categoria è alto essendo 181 cm contro una media di 170/175cm - ovviamente l’altezza per un pilota di moto influisce in maniera negativa - non c’è bisogno di ricordare quanto abbia vinto Valentino nonostante la sua “condizione”).

Se quindi i grandi campioni e i popoli non hanno accettato perché mai una ragazza che soffre psicologicamente per l’acne dovrebbe passivamente accettare la sua condizione?

Veniamo quindi al cure del tema: le due facce della medaglia.

Se infatti da un lato leggere i dati emersi dalle intervista potrebbe far pensare che i giovani di oggi siano tutti schiavi dei social media che offrono esempi estetici irraggiungibili ed irrealistici, dall’altro lato questi stessi dati vogliono anche dire che, almeno nell’opinione del 54% delle persone intervistate, una soluzione c’è.

La riflessione che vogliamo aprire travalica appunto il mondo della skincare, perché ogni cosa, letteralmente ogni cosa è duale!

In oriente questo concetto si esprime con il Tao che è diventato un simbolo molto famoso ormai anche in occidente (spesso per comodità il simbolo viene chiamato Yin/Yang ma Yin e Yang sono le due polarità - il “bianco” ed il “nero” mentre il simbolo nel suo insieme si chiama Tao).

Il fatto che tutto sia duale è sotto i nostri occhi e visibile in praticamente ogni campo della vita.

Nello sport non può esserci una squadra che vince se non c’è una squadra che perde (e le rare volte che capita un pareggio generalmente lascia tutti scontenti).

In economia non può esserci un debito senza che al contempo ci sia un credito di pari importo detenuto da parte di una persona o di un ente.

Questo concetto tra l’altro dovrebbe essere particolarmente radicato in Italia in quanto siamo letteralmente il paese della partita doppia, un metodo contabile in uso da parte dei mercanti Veneziani da tempo immemore, ed è stato ufficialmente codificato nel 1494 da Fra Luca Pacioli che poi è passato alla storia come “l’inventore” della partita doppia.

Venendo alla sfera più interna, il grande saggista Napoleon Hill scrisse "Ogni avversità, ogni fallimento, ogni dolore porta con sé il seme di un beneficio uguale o maggiore.

Si potrebbe aprire una digressione su cosa stabilisca, cosa “decida" se una notizia sia buona o cattiva.

Spesso una notizia può essere buona per un gruppo di persone e allo stesso tempo cattiva per un altro gruppo.


E comunque quando si percepisce una notizia come cattiva questo spesso dipende dagli occhi con cui la si guarda.

Tornando alle interviste riportate dall’articolo, il fatto che il 70% degli adolescenti sia insicuro per quanto riguarda la sua pelle nasconde al suo interno il seme del fatto che la cura della pelle possa regalare sicurezza al 70% degli adolescenti.

Le due cose sono inscindibili.

E le due cose esistono insieme, sono appunto due facce di una stessa medaglia.

Non sta a noi giudicare se sia un bene o un male che le persone si sentano insicure: le persone sono come sono e non possiamo (ne vogliamo) cambiarle.

Così come le notizie e gli avvenimenti non sono buoni o cattivi, semplicemente “sono”.

Gli avvenimenti vengono percepiti come buoni o cattivi.

Ma la buona notizia è che come esseri umani, se lo desideriamo, possiamo agire per cambiare o usare a nostro vantaggio molti degli avvenimenti che capitano ogni giorno.

Non pretendiamo dire che sia facile, purtroppo non sempre lo è, delle volte non si possono cambiare le cose e molte volte per poterle cambiare è necessario che si organizzino tante persone insieme.

Ma sicuramente il primo modo per non cambiare le cose è quello di accettarle passivamente.

Ricapitolando i due punti che ci interessa condividere oggi sono:

Hai diritto di non accettare uno status ed hai diritto ad aspirare sempre al meglio, in qualsiasi campo della vita, sia individuale che collettiva.

E dall’altro lato ogni avvenimento nasconde delle opportunità, sta solo a noi indossare gli “occhiali giusti” per riuscire a scovarle.

Quindi, al di la di questa notizia specifica, speriamo con questo articolo di averti aiutato per il futuro ad analizzare gli avvenimenti in un’altra prospettiva!

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